Questo blog si è creato, col fine di capire
la cultura, come l'insieme di tutte le forme di una socieda che include le
abitudini, pratiche, codici, regole e norme del modo di fare, abbigliamento,
religione, rituali, comportamenti e credenze.

Tutto questo mostra
l'importanza di capire la cultura,perche favorisce l'interazione con altre
culture, l'integrazione e convivenza delle persone, basata sempre sul rispetto
alla diversità e l'arricchimento mutuo.


sábado, 6 de febrero de 2010

FACEBOOK:

É una rete sociale che utilizzo abitualmente. È il ma utilizzata della rete sono già 400 milioni di persone nel mondo, quelle che utilizzano facebook.

Questa rete sociale permette, condividere commenti in un muro, scambio di foto, di videi, giochi, e creare gruppi sociali, in differenti categorie. A mio mi permette di seguire in contatto con persona che ho lontano, e perfino trovare persone che non sagge di esse. Sono molti i vantaggi che c'offre facebook, ma lo sono anche gli inconvenienti. Negli ultimi tempi, sono molti li critici che ha ricevuto facebook, poiché è molto facile accedere al profilo di un'altra persona ed ottenere informazione che può essere usata di forma negligente.
 
TUENTI:
 
È una rete molto simile a facebook, ma invece di essere livello mondiale è a livello nazionale, in Spagna. Ha funzioni simili, come commenti condivisi, condividere foto, condividere videi, chat. Solo che è più ridotta per solo della Spagna. Io ho un conto che mi permette di mantenere il contatto con amici della Spagna, nel mio soggiorno in Italia.

Ha gli stessi problemi, è non q l'accesso all'informazione questo regolata, e può accedersi ad informazione personale di minore di date per esempio.
 
YOUTUBE:

È un'altra rete sociale, ma efficace magari che altre per che si usa come attrezzo di lavoro, per ricerca di archivi, documentari, musica, film. Può mantenersi l'intimità delle persone mettendo un video ma ha anche l'incEs otra red social, pero mas eficaz quizas que otras, por que se utiliza como herramienta de trabajo, para busqueda de archivos, documentales, musica, peliculas. Se puede mantener la privacidad de las personas al poner un video pero tambien tiene el inconveniente, de que la libertad de subir videos es absoluta y todo el mundo puede poner lo que quiera.onveniente, che la libertà di portare su videi è assoluta e tutto il mondo può mettere quello che voglia.



 
 
 

viernes, 5 de febrero de 2010

Questa canzone ci parla della disuguale ripartizione che c'è nel mondo. chi rimane la migliore parte? chi decidiamo come si fa la ripartizione? magari siamo marionette di questo mondo, una voce silenziosa, dominati per pochi...siamo molti quelli che taciamo...e non abbiamo niente da dire?sicuramente molte cose...ma decidiamo di tacere.

La justicia perdona a culpables, venden armas y firman la paz,
el alcalde se viste de amable, y devuelve inmigrantes al mar,
mientras la prensa está en la despensa, tu y yo a callar, que los padres de la patria nos darán, más circo y más pan.
Quiera el cielo que aguantes el hambre, quiera Dios que no esté en tu lugar,
solo vales si sales rentable, caiga quien caiga nos da todo igual, que el contrabando engorda a los bancos, tu y yo a callar, que los padres de la patria nos darán, mas circo y mas pan.
Porque el que parte nunca reparte, parte del pastel, si la cosa va mal a callar, porque el que parte nunca reparte, parte del pastel, que los padres de la patria nos darán, más circo y más pan.
Hay de aquel que llegó de otra parte, hay de aquel que no pudo llegar, quiera el cielo que aguantes el hambre, quiera Dios que no esté en tu lugar, lo nuestro es nuestro, un padre nuestro, tu y yo a callar, que los padres de la patria nos darán, mas circo y mas pan. Porque el que parte nunca reparte, parte del pastel, si la cosa va mal a callar, porque el que parte nunca reparte, parte del pastel, que los padres de la patria nos darán, más circo y más pan.

La giustizia perdona a colpevole, vendono armi e firmano la pace, il sindaco si vestì di gentile, e restituisce immigranti al mare, mentre la stampa sta nella provvista, tuo e me a tacere che i genitori della patria ci daranno, più circo e più pane.
Voglia il cielo che sopporti la fame, voglia Dio che non stia nel tuo posto, assolo vaglia se sali redditizio, cada chi ci cada dà ugualmente tutto che il contrabbando c'ingrassa le banche, tuo ed a tacere che i genitori della patria ci daranno, ma circo e ma pane.
Perché quello che parte non riparte mai, parte della torta, se la cosa va male a tacere, perché quello che parte non riparte mai, parte della torta, che i genitori della patria ci daranno, più circo e più pane.
C'è di quello che arrivò di un'altra parte, c'è di quello che non potè arrivare, voglia il cielo che sopporti la fame, voglia Dio che non stia nel tuo posto, egli nostro è nostro, un nostro padre, tuo ed io a tacere che i genitori della patria ci daranno, ma circo e ma pane.

jueves, 4 de febrero de 2010

IL CIRCOLO DI KULA

In Melanesia funziona un sistema di scambio cerimoniale di gran importanza chiamato "Il Circolo di Kula." Questo sistema di scambio fu studiato per la prima volta per l'etnógrafo Bronislaw Malinowski in1915.
La curiosità del processo radica in che implica a varie culture differenti. Attraverso il Circolo di Kula si trasmettono solo due tipi di oggetti, riconosciuti per il suo valore cerimoniale. Si tratta di lunghe collane composte per cientos di conchiglie infilzate e levigate che si scambiano sempre tra le isole nel senso degli aghi dell'orologio.
In senso contrario si prodursi un scambio commerciale di braccialetti bianchi formati per conchiglie con forma di coni.


Si scambiano tra soci o alleati delle diverse isole, successivamente, e sempre nel senso degli aghi dell'orologio che corrisponde loro. Il circolo di Kula, percorso per un oggetto concreto può allungarsi anni, questo è, un stesso oggetto può tardare decadi a ritornare al suo posto di origine fino ad essere nuovamente scambiato.
Questi oggetti non sono utilizzati dai suoi eventuali proprietari, ed al contrario di quello che si può pensare, si usano neanche in celebrazioni cerimoniali. Un partecipante nello scambio vedrà maggiorato il suo status sociale e politico in funzione della prosperità dei suoi scambi.
Gli oggetti hanno altre particolarità. Quanto più tempo sia stato uno di queste collane o braccialetti in circolazione, più valore acquisisce ed il suo proprietario temporaneo acquisisce maggiore prestigio. Il trasporto degli oggetti tra le isole richiede alcuni preparativi speciali. Le canoe (masawa) in cui viaggiano sono progettate specialmente per questo fine e la sua costruzione, arredamento e varo si circonda di celebrazioni magiche, scongiuri ed incantesimi di protezione.
 

GLI YAMOMAMI

Gli yamomami vive in piccole comunità da 40 a 200 persone. Le sue case sono circolari, costruite di legno e palma. Questi indigeni vivono dell'agricoltura, caccia e raccolta. Tradizionalmente coltivavano banane, ma attualmente si dedicano anche alla coltivazione di yucca, completato per quello di mais, patata americano e canna di zucchero.
Della raccolta si incaricano le donne, essendo questa la principale fonte di proteine della comunità, apportata per il consumo di granchi, termiti, bruchi e grandi insetti, oltre a funghi, noci e frutte silvestri. Gli uomini si incaricano di dissodare e piantare gli orti, come della caccia con archi e frecce intrise in curaro.
La sua società si organizza attorno ai gruppi di parentela, ognuno di essi rappresentato nel consiglio per anziano più "competente. Questo consiglio è quello che risolve le questioni politiche.
Il prestigio e rispetto si basi nella capacità carismatica per avere influenza sulle opinioni degli altri, e scavare dispute, come per mantenere la morale del gruppo e soppesare le conseguenze dei conflitti con altre comunità.

Questi leader carismatici, si trasformano in capi che devono motivare i guerrieri per la lotta in situazioni critiche, pratica abituale di queste tribù. Il carico, oltre a non essere permanente, non suppone nessun tipo di privilegio materiale.
Nella cultura yanomami il valore e la sicurezza in uno stesso sono virtù ammirabili in entrambi i sessi, per quello che i bambini sono educati da molto piccoli a non dimostrare paura di fronte ai suoi rivali. Le provocazioni sono comuni nella vita quotidiana di questi villaggi, quello che causa non pochi conflitti verbali che a volte finiscono risolvendosi per mezzo delle armi. Tutti i confronti si dirigono per norme strette che gli avversari devono rispettare.

miércoles, 3 de febrero de 2010

I KAREN

I karen abita la frangia montagnosa che separa Myanmar, Birmania, e Tailandia. Si tratta di una denominazione generica che abbraccia alcuni gruppi etnici, con una stessa lingua comune. Così, abbiamo i kayah, (integrati per le etnie brek, bwe, manumanaw, paku, yintale e yimbau),los karen neri, geba e pa'o, i padaung, i latha, i pwo, i karen bianchi o s'gaw e gli zayein.
Fino a dimezzati del secolo XVIII i karen abitava le montagne dell'est della Birmania, ma nei secoli XVIII e XIX si trasportarono nella zona delle terre basse della Birmania ed a Tailandia.


Queste società sussistono dell'agricoltura, e la sua base alimentare è costituita per il riso, benché si riforniscano anche di legumi, cotone, tuberi e mais. Inoltre allevano maiali e polli, utilizzano cani per cacciare, ed in alcuni zone, come il delta dell'Irawadi, sono conosciuti addestratori di elefanti.
Questa ultima attività apporta loro entrate extra, poiché affittano gli animali come mezzo di trasporto.


I karen ubica i suoi villaggi sui pendii delle montagne e li accerchiano con palizzate che li servono da protezione.
L'unità sociale, economica e religiosa è la famiglia. I karen è monogamo e non accettano le relazioni prematrimoniali né extramatrimoniales. La direzione del villaggio è un carico ereditario, oltre ad incaricarsi delle questioni spirituali. L'unità e continuità di queste società si è basato in strutture rituali ed in piccole reti di parentela.
Lo spirito ancestrale è venerato per familiari di distinte famiglie e perfino villaggi, riferiti per via materna. Al meno una volta all'anno tutti questi parenti si riuniscono per rendere culto allo spirito ancestrale con un banchetto sacrificial, in presenza della donna di maggiore età del lignaggio comune.
La religione di questi paesi si appoggia sulla credenza che un potere impersonale risiede in tutte le cose. Grazie a lui alcuni persone riescono a fare cose straordinarie, e perfino magiche. Credono che ogni obietto, montagna, fiume... possiede un spirito. Alcuni di essi benevolenti, ed altri malevoli ai quali bisogna placare con sacrifici.
 

martes, 2 de febrero de 2010

IL HANNUKAN

Questa festività comincia il giorno 25 di dicembre che è il terzo mese del calendario ebrei e duri otto giorni. Se la conosce anche come la festa delle luminarie.

Il Hannukah contiene ancora oggi elementi che risalgono al secolo XVII a. A quei tempi C. succedè i fatti che raccoglie l'A.T. nel libro dei Macabeos.
 
Gli ebrei, seguendo i fratelli Macabeo, si ribellarono contro il potere siriano al quale vinsero, ma il suo tempio fu distrutto. Contano che suolo rimaneva nel tempio spianato un po' di olio che permetterebbe che la lampada  non spegnesse per una notte.
 
Ma l'olio durò otto giorni.In questo fatto si basa la festa del Hannukah. Gli ebrei commemorano quelle otto notti nelle quali il paese ottenne abolire il potere oppressore. Per quel motivo si argomenta che è tanto importante il simbolismo delle candele e l'olio nella religione ebrea.

lunes, 1 de febrero de 2010

LE KAYAN: LA DONNE GIRAFFA

Le Kayan è alcune donne che appartengono alla tribù Karen, situata a 40 km di Mae Hong Song (Frontiera con la Birmania).


Le donne della tribù seguono un'antica tradizione, consta di mantenere il suo collo egli più allungato possibile, per ciò utilizzano alcuni anelli da tenda dorate che circondano il suo collo fino al punto di allungarlo a dimensioni incredibili.

Non tutte le donne della tribù sono quelle che riescono ad essere donna giraffa, solo quelle che nasce i mercoledì di luna.
I fili di ferro li vanno via incorporando conforme continuano a trascorrere gli anni e così portassero loro tutta la sua vita, poiché se si staccassero da essi morrebbero desnucadas per la flaccidità dei muscoli del collo non sopportando il peso della testa.
 
 
Oggigiorno, rimangono alcune 120 donne kayan che portano collane intere, come cerchi nelle mani e nei piedi La vita delle donne di Kayan è marcata per le sue collane. Non se li tolgono mai. Né per dormire né per dare a luce né per lavarsi.
Le donne kayan ha poco da dire in questa società dominata per gli uomini. Sopportano le penurie che suppongono la presenza birmana nei suoi villaggi, seguono i suoi uomini verso l'esilio in Tailandia e contribuiscono alla causa posando per i turisti.
Mentre, molte delle tribù delle montagne, compresi i kayan, continuano a rinunciare a poco a poco alle sue antiche tradizioni ed abitudini per potere fare di fronte alle privazioni ed alla lotta che hanno davanti. Possiamo pensare che sono sommesse a prendili gli ordini dagli uomini che sono le elette e così fanno parte dell'élite, ma alla fine, è la sua cultura.